TUTTO COME DA PROGRAMMA: FUORI CONTE, DENTRO DRAGHI!

Come al solito, il nostro giornale, l’Ortis, aveva ragione riguardo la crisi del Governo Conte bis, infatti, grazie ad una soffiata avuta da nostre autorevoli fonti parlamentari, annunciammo, con una striscia pubblicata il 29 ottobre 2020, che, a partire da quella data, entro qualche settimana, ci sarebbe stato o un rimpasto dell’Esecutivo, “Conte ter” o l’avvento del Governo Draghi.

Ebbene, rispetto a quella previsione, sbagliammo solo di 4 settimane, perchè il processo che avrebbe portato all’attuale crisi di Governo ha incontrato delle difficoltà prolungando così l’esperienza di Conte fino ai primi di Gennaio del corrente anno.

Ma qual’è stata la chiave di volta che ha permesso lo sblocco della cosiddetta “Fase 3”?

Senz’ombra di dubbio la proclamazione ufficiale di Biden a XLVI Presidente degli Stati Uniti.

Renzi infatti è legatissimo al nuovo inquilino della Casa Bianca, tant’è che quest’ultimo sarebbe disponibile a nominare l’ex Sindaco di Firenze nuovo Segretario Generale della NATO (notizia data sempre da noi, attraverso un nostro articolo, esattamente un mese fa) e in più di un’occasione, in questi giorni, “il Bomba” non ha mancato di rimarcare la cosa accusando Conte di non aver attaccato Trump per il ruolo avuto da quest’ultimo nell’occupazione di Capitol Hill da parte dei manifestanti lo scorso 6 gennaio.

In altri termini ora c’è stato anche il via libera da parte di Washington e in ogni Stato fantoccio che si rispetti ad ogni cambio di guardia dell’Imperatore deve corrispondere un adeguato cambio di “Vassallo”.

Comunque checché ne dicano i protagonisti del nostro teatrino politico all’orizzonte c’è una sola opzione: un Governo di Unità Nazionale presieduto da Mario Draghi.

Dunque niente “Conte Ter”, né Casini Premier, o men che meno una donna come Marta Cartabia, così come sono impossibili le elezioni anticipare per il semplice fatto che per gennaio 2022 bisognerà eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e si vuole scongiurare assolutamente la possibilità che un eventuale Parlamento Sovranista possa eleggere, in discontinuità con il passato, un esponente del mondo Euroscettico.

Tolto di mezzo l’Avvocato degli Italiani, il ruolo del PD, del M5S ne uscirebbe rafforzato e soprattutto Italia Viva avrebbe ancora 30 mesi di tempo per preparare l’accordo con Forza Italia e la Bonino per un eventuale nuovo soggetto fortemente europeista che si presenterebbe alle elezioni del 2023.

La stella polare di questa operazione, infatti, si chiama MES, meglio conosciuto come Meccanismo Europeo di Stabilità, incubo della Grecia, è stato più volte invocato dalla strana coppia Renzi – Berlusconi e consentirebbe ai nostri competitor tedeschi e francesi di depredarci degli ultimi gioielli di famiglia (ENI e Fincantieri in primis) oltre che dei nostri beni mobili ed immobili.

Per un’operazione così sporca e subdola, voluta tanto dall’UE quanto dall’Amministrazione Biden – per far sì che il popolo italiano l’accetti senza colpo ferire – occorre, per forza di cosa, che venga incaricata una figura terza di altissimo profilo nazionale ed internazionale e, ad oggi, l’unico faccia spendibile è quella di Mario Draghi, nome, tra l’altro, ben visto anche dalla Lega di Salvini.

Ora, che il nostro giornale avesse già previsto tutto in tempi non sospetti rappresenta veramente una magra consolazione, ciò che invece è importante è che – avendo noi indicato per tempo cosa sarebbe potuto accadere – il popolo, il nostro Paese, si prepari senza nessuna remora ad approntare tutte quelle iniziative e soluzioni, affinché l’Italia si affranchi il prima possibile dall’UE, dall’Euro e dalla NATO.

In altri termini che la nostra Patria torni ad essere libera, sovrana ed indipendente prima delle prossime Elezioni Nazionali.

Lorenzo Valloreja

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